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Posts Tagged ‘search engine’

Come anticipato ieri dal sempre attento Federico, e poi confermato da Google, oggi è uscito Chrome, browser di Google. La mossa di Google di sbarcare sul mercato software ha sorpreso molti, perché si distacca molto dalla base di Google, ma anche perché pone serie distanze tra Google e Mozilla, che spesso sono andati d’amore e d’accordo.

Questo post non ha lo scopo di fare una recensione, ma di valutare il perché di questa mossa e le possibili ripercussioni future. Devo però dire che ho installato Google Chrome, l’ho provato, e non mi ha fatto una grandissima impressione. Molte feature sono copiate da Firefox e Safari, alcune applicazioni sembrano caricarsi meglio (anche se Google Maps con Street View è una tragedia lo stesso). SInceramente non vedo un gap rispetto ai concorrenti tale da giustificare un cambio di browser in massa.

La prima cosa che ho pensato quando ho saputo la notizia è che si trattasse di una bufala. Google era già impegnata in stretti rapporti con Mozilla e mi sembrava una stupidaggine sviluppare un nuovo browser da zero. Ma lo hanno fatto. A quel punto il mio pensiero è andato subito alle possibilità che può fornire un browser, impostato su Google, per Google. La risposta è: tantissime. Google vive di informazioni, se ne ciba continuamente, le immagazzina senza cancellarle. Ogni ricerca fatta da un utente vive su un database di Google, ogni mail mandata con Gmail, ogni video visto su Youtube, ogni foto caricata su Picasa, ogni ricerca geografica su Google Maps. Tutto viene immagazzinato. Adesso immaginiamo di possedere un browser che può realmente inviare a Google tutto quello che fa l’utente, anche senza utilizzare i servizi Google: l’effetto sarebbe devastante. Ma a quanto pare sembra che non sia così. Secondo il sempre informatissimo Matt Cutts, Chrome non manda costantemente informazioni a Google, che anzi sembra non sfruttare la ghiotta occasione. Questo perché Google non vorrebbe finire in ulteriori casini per la gestione dei dati degli utenti.

Come già detto ci sono novità tecniche sulla gestione dei thread, l’interfaccia è la stessa dei concorrenti, la velocità è sensibilmente maggiore. Queste poche cose (a mio parere) non possono giustificare un passaggio repentino da altri browser a Chrome. BIsognava portare novità più sostanziose, come fece il primo Firefox. Secondo me Google si guadagnerà la fetta di mercato, ma ci metterà tanto. Basti pensare i mesi che ci ha messo Firefox ha raggiungere la quota che ha adesso. L’unico vantaggio che può possedere Google è il fattore popolarità. Non tutti possono fregiarsi di essere il brand più conosciuto al mondo.

La maggior parte dell’utenza di internet non sviluppa un pensiero critico, ma utilizza comunque i servizi web in maniera massiccia. E più un servizio è ben fatto, più è degno di ammirazione. Ecco perché la gente adora Google. Vede il lato pulito ed efficiente della medaglia, quel motto “don’t be evil” che risuona come un inno per il consumatore. Ma stiamo parlando dell’azienda internet più ricca della Silicon Valley, quotata in borsa e finanziata da venture capitalist tosti. Prima o poi in queste condizioni è difficile non essere cattivi.

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Accolgo l’invito di Federico ed elenco i miei servizi web 2.0:

  • Comunicare: Adium
  • Mail: Gmail
  • Ricerca: Google
  • Rss reader: Vienna
  • Statistiche: Google Analytics
  • Immagini: Flickr
  • Video: Youtube
  • Musica: Last.fm
  • Blog: WordPress
  • Social network: Facebook

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E’ stato lanciato ieri Cuil, nuovo motore di ricerca fondato da ex ingegneri di Google, insoddisfatti delle politiche etiche dell’azienda. Il punto di forza (secondo i fondatori) sta nella quantitò di pagine indicizzate, superiore a quella di Google, e nella protezione della pivacy. Difatti il neonato motore di ricerca non terrebbe traccia delle persone che utilizzano il servizio, al contrario di Google, che tiene traccia di qualsiasi virgola l’utente scriva. L’altra differenza sostanziale starebbe nel metodo di ricerca. Mentre Google si affida totalmente al PageRank, ovvero al numero (e alla qualità) dei link in entrata, Cuil tiene conto in maniera sostanziale dei contenuti della pagina.

Dietro a questo lancio in grande stile (e anche un po’ presuntuoso) si cela un gruppo di ex tecnici che hanno lasciato Google per divergenza di vedute, più un’autorità del campo: Louis Monier. Luois Monier è il creatore di Altavista, il primo motore di ricerca ad avere un successo planetario, e che funzionasse in maniera decente. Come pochi sanno la fama di Altavista è andata lentamente calando a causa del modello di business di internet di fine anni 90: il portale. I grandi portali facevano soldi mantenendo la gente sul proprio sito, non mandandola via con la ricerca. Grazie anche a scelte economiche sbagliate, Altavista fu acquistata e rivenduta da vare aziende, rimodellata con miglioramenti vari e grazie a fusioni, fino all’acquisizione finale da parte di Yahoo. In pratica il secondo motore di ricerca mondiale (Yahoo) è costituito da Altavista.

Ma torniamo a Cuil. L’home page si presenta semplice e pulita, con un nero di fondo a voler indicare l’esatto opposto di Google. I risultati sono presentati in colonne, due o tre a scelta dell’utente, e ogni risultato e correlato di un’immagine presa dal sito (buona idea). Sulla destra compare anche una finestra con categorie suggerite per restringere la ricerca.

Alcune idee sono buone, però ci sono ancora alcuni passi da fare: la ricerca di termini italiani non funziona in modo ottimale, tirando fuori risultati assolutamente non in ordine di importanza, a molti non italiani. Inoltre manca un modello di business. Un motore di ricerca così imponente non può sopravvivere tanti mesi senza permettersi di guadagnare qualcosa. Verranno fuori gli annunci a pagamento come Google e Yahoo?

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Di nuovo sul treno che mi porta a Milano. Il tirocinio continua tra alti e bassi, ma in questo momento vedo di più i fattori positivi.
Una volta un mio grande professore, Domenico Ioppolo, disse: “Chi ne sa di pubblicità non ne parla, chi non ne sa ne parla troppo”. Io ho deciso di parlare, e spiegare quello che sto imparando
Ho cominciato la prima campagna mia, ovvero creata e gestita da me. Si tratta della campagna search per il blog di Alfa Mi.To. Devo dire che la cosa mi piace abbastanza, perché stimola la creatività e il continuo bisogno di trovare nuove keyword. Il lavoro principale della fase di preparazione della campagna è la stesura delle keyword e degli annunci testuali, quelli che poi l’utente vedrà sul motore di ricerca. Le keyword sono divise in due gruppi: generiche e brand. Quelle generiche sono keyword legate al settore in cui si va ad inserire il sito che si sta pubblicizzando. Nel mio caso ci sono tantissime keyword legate al settore automotive e specializzate nel segmento di appartenenza della Mi.To, inoltre ci sono keyword generiche legate al mondo del blog e della community, dato che il sito sponsorizzato è proprio il blog di Alfa Mi.To. L’altro gruppo di parole è quello detto brand, dove vanno tutte le keyword che hanno a che fare con la marca e il prodotto sponsorizzato. Di solito le keyword brand registrano numeri di click molto alti, perché se l’utente cerca “mi.to” su google vuol dire che sta proprio cercando la Mi.To e io gliela sto offrendo. Le keyword generiche sono importanti, invece, perché vanno ad intercettare il traffico normale del motore di ricerca (ma nel mio settore) per deviarlo sul mio sito (che probabilmente non stavano cercando) e quindi attirano un potenziale cliente in più rispetto a quello che stava già cercando la mia macchina.
All’interno dei due gruppi, c’è un ulteriore distinzione in gruppi. Ogni gruppo si riferisce ad un ambito specifico delle parole al suo interno. Per ognuno di questi gruppi bisognerà creare almeno un (spesso sono tre) annuncio testuale, il più attinente possibile al gruppo di keyword, che invogli l’utente a cliccarci sopra e finire nel mio sito. E qua sta l’altro grande sforzo di creatività. Per farlo bisogna analizzare bene cosa offre il sito per far leva su quello e riuscire ad attirare click. Più la campagna è atipica e più bisogna sforzarsi per creare keyword e annunci, ma devo dice che questo sforzo mi piace, perché mi mette alla prova con me stesso.
Considerando che il futuro del mio lavoro è questo, abbandonando progressivamente l’impegno sulle campagne display, direi che posso ritenermi soddisfatto.

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La notizia è di quelle bomba: Microsoft starebbe lanciando una OPA su Yahoo! da 45 miliardi. La scoietà di Bill Gates offre 31$ dollari ad azione, ovvero il 62% in più del valore di esse. Non è sicuramente poco il 62%… Ovviamente appena lanciata la notizia Yahoo! ha fatto un balzo in borsa del 53%, mentre sono scese Microsoft e Google. Per capire bene questi fenomeni facciamo un quadro odierno di internet:

Nel mondo di Internet esistono tre grandi Major (per usare un termine tipico dei mass-media): Google, Yahoo! e Microsoft. Tutte e tre offrono un motore di ricerca, account di posta, un servizio di mappe, applicazioni online, applicazioni sviluppate da terzi ma di proprietà loro. Negli ultimi mesi Yahoo! ha visto un crollo economico sotto il peso di Google, sempre di più un macigno sul mondo di Internet, vedendo crollare l’utilizzo del suo portale e del suo motore di ricerca. Anche Microsoft non naviga in buone acque, ma la lungimiranza di questi ultimi sta giusto nel volere acquistare il concorrente (tecnica tipica di Microsoft) per fare guerra al concorrente più grande. Tanto Microsoft i soldi li guadagna da un’altra parte, Yahoo! no e si vede. In pratica una azienda compra l’altra per non averla più contro. Semplice.

La domanda che si pongono tutti e se il nuovo colosso (sempre se si farà) sarà in grado di raggiungere la “giovane e dinamica” Google. La risposta non è facile, ma secondo me tende verso il no. La grande differenza tra Google e Microsoft sta nell’immagine dell’azienda. Google è giovane e fresca, Microsoft è potente ma pesante. I giovani si stanno sempre di più orientando verso la prima, però la seconda è più legata all’area business. Ma i dati parlano chiaro in favore di Google. Si passerà da un tri-polio ad un duo-polio. Anche se in internet non si potrà mai parlare di monopoli e cose del genere perché non ha un limite come la Tv. Finchè giovani laureati si metteranno a fare la loro azienda su internet non si potrà mai avere controllo totale. C’è democrazia, anche se sta diminuendo.

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Wikia Search
Ieri, Lunedì 7 Gennaio 2008, ha fatto il suo debutto su Internet Wikia Search, motore di ricerca messo a punto dalla Wikipedia Foundation. Lo scopo dichiarato dalla fondazione è di fare concorrenza a Google, creando un motore di ricerca veramente libero e trasparente. Wikia Search si tratta di un motore di ricerca open-source, i cui algoritmi di ricerca sono disponibili a tutti, e tutti possono migliorarli.
Ovviamente scalzare Google dal trono dei motori di ricerca è molto difficile, ma la Wikipedia Foundation punto sul fattore etico per vincere la sfida. Ultimamente Google ha subito alcuni colpi riguardo alla privacy dei suoi utenti e sulla effettiva trasparenza delle sue ricerche. Wikia Search non potrà mai creare problemi di questo tipo. Inoltre per aiutare a crescere il neonato motore di ricerca si utilizza anche un social network: infatti tutti gli iscritti a Wikia possono indicare siti, dare suggerimenti e altre funzioni per migliorare il risultato delle ricerche.
Per ora è disponibile solo la versione Alpha, per cui non ci si può lamentare troppo in caso di malfunzionamenti, ma quando uscirà la Beta le cose dovrebbero migliorare molto.
Provate: tentar non nuoce!

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